PREMESSA
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha definito la violenza contro le donne
“una forma di persecuzione legata al genere femminile e che si manifesta attraverso azioni violente di tipo fisico, psicologico o sessuale o in qualunque modo dirette a provocare sofferenza nella donna, includendo tra tali azioni anche le minacce, la coercizione e la privazione della libertà, sia nella sfera privata sia in quella pubblica”.
Nel 1996 la normativa sulle garanzie supplementari del Consiglio dell’Unione europea ha stabilito che gli Stati membri devono prevedere, nelle procedure di richiesta di asilo da parte delle donne, la presenza di funzionari qualificati e interpreti di sesso femminile, soprattutto nei casi in cui, per gli eventi vissuti o l’origine culturale, le richiedenti incontrino difficoltà a esporre esaurientemente le loro motivazioni.
Sono individuabili vari tipi di violenza:
- Violenza domestica
- mutilazioni genitali femminili
- aborto selettivo e infanticidio
- violenze matrimoniali e spose bambine
- violenza sessuale
- tratta e prostituzione
- violenza contro le donne nei conflitti armati
- violenza contro le donne rifugiate
Il fenomeno della violenza contro le donne è attualmente riconosciuto in Italia come problema sociale e manifestazione delle disparità di potere tra i sessi, anche grazie ad anni di lavoro realizzati dalle Associazioni Femminili e dai Centri antiviolenza.
Le Case delle Donne in Emilia Romagna sono nati come luoghi di politica in difesa dei diritti delle donne ed in particolare come luoghi di elaborazione e analisi in materia di discriminazione e di violenza maschile.
La Regione Emilia Romagna ha espresso da molti anni posizioni di consapevolezza politica rispetto la portata del tema della violenza contro le donne e questo percorso ha portato nell'ultimo decennio ad una nutrita serie di interventi ed iniziative fino alla firma di un "Protocollo d'Intesa" nel gennaio 2000, tra la Regione, l'Associazione dei Comuni, l'Unione delle Province e le Associazioni di donne operanti sul territorio regionale sul tema della violenza contro le donne.
Anche a Ferrara le Istituzioni hanno in questi anni sostenuto e legittimato le competenze di donne per altre donne, riconoscendo in esse capisaldi di qualità irrinunciabili in quanto portatrici di valori delle diversità e di una cultura che rispetti i diritti della persona.
Siamo convinte che il rilievo politico e culturale dato ai bisogni delle donne significhi dare risposte per la ricomposizione di una nuova cittadinanza femminile ed evidenzi il senso di responsabilità che tante donne testimoniano quotidianamente nella nostra città.
Dopo anni di esperienza in difesa dei diritti delle donne e contro le diverse forme di violenza è nostra intenzione continuare su questa strada attraverso la partecipazione ai tavoli di progettazione e programmazione per la realizzazione di interventi innovativi e per misure di sostegno a donne in difficoltà.
ATTIVITA’ CULTURALI E POLITICHE
Dal 1991 ad oggi, il Centro Donna Giustizia di Ferrara, assieme all’UDI, continua ad impegnarsi nel promuovere e diffondere la “cultura della differenza di genere” quale forma di prevenzione alla violenza.
Ad una pratica attiva realizzata dal CDG nei confronti delle donne che chiedono aiuto e che si attua attraverso interventi sempre più differenziati :
a) Accoglienza
b) Consulenza legale
c) Consulenza psicologica
d) Ospitalità
a cui si affiancano
e)
Azioni di integrazione ai progetti:
insegnamento della lingua italiana, accrescimento delle competenze, formazione, tirocini, avviamenento al lavoro, ricerca della casa, aiuti per la gestione dei figli, ecc.
f)
Azioni di accompagnamento:
collaborazioni con la Rete dei Centri antiviolenza, raccolta dati per gli Osservatori regionali e nazionali, sottoscrizione di Protocolli di intesa , ecc.
verso l’esterno porta avanti :
g)
Seminari e corsi di formazione.
h)
Interventi di sensibilizzazione: studi, ricerche, tesi e pubblicazioni diverse sul fenomeno della violenza, sia in termini temporali, che di mutamenti quali-quantitativi;convegni, rapporti con le scuole, pubblicazione annuale e presentazione pubblica del Report del CDG.
Le azioni di accoglienza ed ospitalità realizzate dal centro sono finalizzate alla gestione attiva delle situazioni di crisi, proponendo un modello basato sulla relazione fra donne e sulla solidarietà, dove l'ottica della differenza di genere rappresenta il primo passo verso una società in grado di accettare le differenze.
Su questo tema si rivela di fondamentale importanza che, all’agire nei confronti delle donne in difficoltà, si affianchi un azione di
“ prevenzione” quale elemento cardine che, basato sulla conoscenza e sulla consapevolezza, possa indurre modificazioni nelle relazioni uomo/donna e, di conseguenza, cambiamenti nella società..
A tale scopo il CDG opera da diversi anni con le scuole e nel territorio attraverso:
a) incontri nelle Scuole e nel territorio (presso Quartieri e Biblioteche) , mettendo al centro il valore della differenza di genere, le discriminazioni e la violenza verso le donne.
I nostri interventi hanno riguardato alcune scuole superiori : Liceo Scientifico, Classico, Einaudi di Ferrara e Liceo Classico di Cento; la Scuola Elementare di Villanova (FE) e l’ inizio del progetto “Idea donna: il viaggio nel mondo della scuola”, che interessa tutte le scuole, dalle Elementari all’Università;
b) collaborazione costante con l'Università: con docenti della Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere e Filosofia, dell'Università di Ferrara per ricerche, tesi di laurea, conferenze e gruppi di studio, inerenti alla violenza sulle donne e sul diritto.
LA PUBBLICAZIONE ANNUALE DEL REPORT
Ogni anno il CDG elabora un Report informativo sulle attività realizzate e lo presenta in una conferenza stampa pubblica .
All’azione della prevenzione si affianca quindi quella dell’informazione sul lavoro svolto concretamente dal CDG, quale elemento di rottura di una realtà che si rivela scarsamente disponibile all’accettazione della “diversità” comunque connotata.
Ci sembra importante riprendere qui quanto espresso nella “Premessa al Report 2007”:
La lettura del Report, dei dati e delle analisi che esso contiene, ci aiuta a decodificare una realtà che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, è profondamente complessa e difficile da interpretare, ed è fatta di donne che, pur diversissime tra loro per età, estrazione sociale e provenienza geografica, sono accumunate dal disagio di vivere in un contesto culturale e sociale che non le accoglie pienamente.
Le forme attraverso cui tale limitata accoglienza si manifesta sono riconducibili ad una violenza nei confronti delle donne che attraversa larvatamente il nostro vivere sociale e tradiscono il persistere delle difficoltà – che la nostra società sta ancora scontando – di gestire la relazione tra il maschile e il femminile.
Una specifica connotazione di genere quindi, che balza all’occhio rispetto ad esperienze palesemente drammatiche e riconoscibili, qual’è il caso delle donne vittime della tratta, ma non altrettanto rispetto alla condizione delle donne che, pur inserite nel contesto socio-culturale, purtuttavia, patiscono gli effetti di una cultura ancora fortemente connotata da rigità e pregiudizi.”